Di seguito il testo del mio intervento alla prima giornata dell’iniziativa organizzata dal FAI (Gennaio 2014), curata da Paolo Belardi ed intitolata XC=CM 90 minuti sull’architettura e sull’arte umbra del ‘900. La giornata era dedicata al tema delle architetture per la mobilità.
Introduzione
Questa breve presentazione metterà in rilievo tre aspetti:
- la natura dell’incarico a Jean Nouvel
- la documentazione progettuale elaborata da Architecture Jean Nouvel (AJN) come modo per risalire alle intenzioni del progettista e contribuire alla lettura critica dell’opera
- un breve inciso sulle modifiche e gli adattamenti intercorsi nel corso dei lavori
La natura dell’incarico a Jean Nouvel
Il Comune di Perugia, delega il compito di progettare, realizzare e gestire il Minimetrò ad una società mista pubblico/privata di cui possiede il 70% delle azioni, Minimetrò Spa. E’ però al socio privato di minoranza (Metro Perugia SCarl)[1], cui viene poi ribaltato il compito della realizzazione e della progettazione del Minimetrò, oltre che dell’esercizio vero e proprio del servizio di trasporto. Metro Perugia affida a sua volta la progettazione e la realizzazione delle opere civili ad un consorzio locale di imprese di costruzione (Umbria Domani) che, per la progettazione definitiva ed esecutiva, si avvale di un gruppo di progettazione locale coordinato dall’Ing. Fabio Maria Ciuffini Ma è sempre Metro Perugia che affida la direzione artistica ad AJN. Questo incarico è raccomandato dall’Amministrazione comunale che, data la rilevanza e la delicatezza dell’opera, ritiene necessario l’intervento di un architetto di fama internazionale. Si fa riferimento ad una rosa di tre nomi: Fuksas, Piano, Nouvel; la scelta cadrà su Nouvel.La direzione artistica, nel contratto tra Metro Perugia e AJN (Aprile 2000), assume la forma di un servizio di progettazione da svolgere in due fasi:
- 1° fase “necessaria allo studio di Valutazione d’Impatto Ambientale…” (dunque deve intervenire nella redazione del progetto definitivo)
- 2° fase “relativa alla redazione del progetto esecutivo…”
La documentazione richiesta a Nouvel, cito dal contratto, per la prima fase è costituita da:
- bozzetti e schemi generali…
- scelta dei materiali
- descrizione architettonica sommaria
- note architettoniche
mentre per la seconda fase da:
- disegni in scala adeguata
- schemi e bozzetti
- dettagli e particolari costruttivi
- specifiche legate alle scelte architettoniche
La somma pattuita con AJN per la sua prestazione è di 100 milioni di lire per la prima fase e di 200 milioni per la seconda. In altre parole, Jean Nouvel è investito del ruolo di progettista architettonico in termini “informali”, perché la responsabilità del progetto nel suo complesso, anche quello architettonico, rimane in capo al gruppo Ciuffini. Non esiste nessun legame contrattuale tra questi due soggetti. Nei fatti la collaborazione sarà intensa e molto costruttiva.
La documentazione progettuale elaborata da Architecture Jean Nouvel (AJN)
Contrariamente a quanto contenuto nel contratto tra Metro Perugia/AJN, il progetto definitivo non vede l’apporto progettuale di Nouvel. La procedura di valutazione di impatto ambientale si conclude comunque positivamente. E’ nell’agosto del 2000 che AJN consegna il primo e, a mio parere, il più importante contributo progettuale relativo al Minimetrò. Io stesso ritiro il progetto presso lo studio in Citè d’Angoulême a Parigi, dopo che nei due mesi precedenti ero stato coinvolto in un fitto scambio di telefonate e mail con lo studio francese. AJN rielabora il progetto definitivo del gruppo Ciuffini, dandogli completamente una nuova veste. Il progetto è rappresentato in un album A3 dal titolo di “Studio d’impatto” evidentemente per il collegamento, poi inefficace, con la procedura di valutazione d’impatto ambientale. Riporto alcuni stralci del testo introduttivo…
Obiettivi
– Linea: la linea si presenta come elemento continuo e puro all’interno del paesaggio e della città
– Stazioni: fluidità tra interno ed esterno, lo spazio è definito in continuità col paesaggio o con gli elementi che lo caratterizzano
Progetto
A – La linea
- Definita dagli elementi essenziali (pilastri, travi, traverse)
- Elemento continuo e puro all’interno del paesaggio (campagna, città)
- I materiali che la definiscono appartengono allo stesso vocabolario di materia e di colore della regione in cui si colloca
B – Le stazioni
- Definite da piani fluttuanti
- Dissociazione tra piani orizzontali e verticali
- Struttura minima e mai dichiarata attraverso elementi massicci ma da elementi tesi e sottili che scorrono l’uno sull’altro
- I setti strutturali dirigono lo sguardo rispetto a vedute strategiche
- La vegetazione crea fluidità tra interno ed esterno delle stazioni, definendo gli elementi di recinzione (fossati, griglie, cespugli)
- Ogni stazione si caratterizzerà in modo specifico secondo le caratteristiche del sito
C – Vetture
- La carrozzeria esterna dei veicoli è riflettente e metallica, contrapposta ai rivestimenti interni realizzati in un colore saturo
L’album contiene immagini guida (principi), disegni tecnici in scala 1:200 ed alcuni render. I disegni in scala 1:200 sono corredati di alcuni particolari, molto astratti, che intendono spiegare come tradurre i principi generali esposti prima in soluzioni tecniche di dettaglio, onere che evidentemente si rinviava alla seconda fase.
Tra la consegna dello Studio d’impatto e la definizione del progetto esecutivo civile del gruppo Ciuffini intercorrono ben 22 mesi. I problemi sono molteplici[2], ai fini di questa presentazione vale la pena ricordare solo quello a carattere squisitamente architettonico: l’assenza, nel lavoro di AJN, di una riflessione sulle stazioni terminali. Le stazioni terminali di Pian di Massiano e di Pincetto sia per tipologia, che dimensioni e contesto sono troppo diverse per poter essere artisticamente dirette dalla prima consegna e dalle indicazioni lì contenute. Segue infatti alla fine del 2001 la redazione da parte di AJN di ulteriori due documenti progettuali. Si tratta di:
- Progetto preliminare Pincetto e Pian di Massiano. Novembre 2001, (sempre un album ma questa volta in formato A2)
- Minimetrò di Perugia: dettagli tipo. Dicembre 2001
La proposta di Pincetto è ancora strettamente legata ai principi espressi nello Studio d’impatto, al punto di essere praticamente identica ai tentativi sviluppati dal gruppo Ciuffini (prima che contrattualmente si giungesse alla conclusione di un’integrazione progettuale sul tema) ad eccezione dell’invenzione, in realtà determinante, del grosso “camino centrale” corrispondente alla zona banchine [3], in grado di creare un forte contrasto spaziale tra la compressione della copertura/pensilina e la dilatazione verticale dell’apertura zenitale. Alla vista strategica sul Subasio ed Assisi, si giustappone dunque quella sulla volta celeste. La proposta di Pian di Massiano è invece completamente contrastante rispetto ai principi generali dello “studio d’impatto”: non ci sono piani fluttuanti, non c’è continuità tra interno ed esterno, qui l’idea guida è concettuale/simbolica. Secondo Nouvel, la stazione di Pian di Massiano, dove oltre al magazzino vetture e all’argano tenditore, devono essere realizzate superfici commerciali e direzionali per circa 2000 mq di superficie, è un edificio completamente introverso che intende creare un “brano” di centro storico in “periferia”. Il progetto dell’edificio è connesso al progetto dello spazio esterno che però non è competenza del progetto Minimetrò, come d’altronde tutti gli spazi immediatamente esterni alle recinzioni di tutte le stazioni. La concezione del parcheggio, sviluppata da altri progettisti nel contesto di una rivisitazione di tutta l’area, prenderà invece una direzione diversa, depotenziando l’edificio ora collocato all’interno di una isola verde.
Nei “dettagli tipo” sono rappresentati alcuni elementi ricorrenti in tutte le stazioni, così come previsto dal contratto Metro perugia/AJN, quali:
- scala delle stazioni allo scoperto
- scala della stazione interrata
- infisso di banchina
- rivestimento setti
- parapetto banchina
- ascensore
- recinzioni delle stazioni allo scoperto
- copertura delle stazioni intermedie allo scoperto
- concept illuminotecnico
La realizzazione
Quanto realizzato e visibile oggi è molto lontano da quanto stabilito nella seconda fase dell’attività di AJN, per intenderci di quanto contenuto in “Dettagli tipo” e parte delle indicazioni dello Studio d’impatto (sempre la traduzione architettonica dei principi base…),
Riporto a questo proposito un brano della mia relazione tecnica redatta come incaricato per la variazione in corso d’opera del progetto[4] e consegnata a Minimetrò Spa nel maggio 2005 per la sua approvazione.
“Nello Studio di Impatto, tra le immagini e le rappresentazioni bidimensionali era riscontrabile una contraddizione evidente: molto essenziali le prime, più articolate e complesse le seconde. Nel corso della seconda fase dell’incarico, quella in cui la Direzione Artistica ha fatto pervenire ai progettisti incaricati di redigere il progetto esecutivo alcuni dettagli tipologico-costruttivi, le indicazioni proposte e recepite nel progetto hanno progressivamente allontanato l’immagine finale da quella inizialmente proposta”.
Grazie alle chiare indicazioni progettuali presenti nello Studio d’impatto, il progetto esecutivo e con esso tutte le indicazioni di AJN della seconda fase, sono state rimesse in discussione e riformulate in modo che fossero aderenti al concept iniziale. Minimetrò approverà la variante senza neanche sottoporla a Nouvel, forse contando proprio sugli ottimi rapporti di collaborazione ormai consolidati tra i progettisti perugini e lo studio francese. I risultati di questo processo di revisione sono quello che è oggi sotto i nostri occhi.
Conclusioni
Di Minimetrò, a Perugia, si è parlato molto, moltissimo. Rimane una nota stonata che solo oggi, se ne parli anche per quello che ovviamente è: un’opera d’architettura. Non si ricordano, a Perugia, presentazioni pubbliche del progetto, incontri, riflessioni sugli esiti architettonici di una delle più importanti opera pubbliche degli ultimi decenni, né nel contesto universitario né in quello degli Ordini Professionali. In realtà sono tantissimi gli insegnamenti e le riflessioni che potrebbero provenire da una conoscenza critica ed approfondita di quest’opera. Mi limito a porre alcuni temi, i primi che affiorano alla mia mente…
- rapporto tra infrastrutture, architettura e paesaggio
- infrastrutture per la mobilità e progettazione dello spazio pubblico
- mobilità e trasformazioni del territorio
- design dello spazio pubblico dedicato alla mobilità
Ed infine: qual’è il ruolo che spetta al progetto d’architettura nella progettazione delle infrastrutture? L’approccio “Minimetrò”, quello della direzione artistica per intenderci, che tende a ricondurre questo ruolo a mero apparato decorativo da sovrapporre a delle invarianti tecniche/tecnologiche, può considerarsi attuale ed allo stesso tempo efficace?
Per tutti questi temi ed altri ancora, il Minimetrò di Perugia rappresenta un’angolazione interessante da cui imparare…anche dagli errori commessi.
[1] selezionato attraverso un bando di gara pubblico
[2] lascio immaginare l’”impatto” di modificare radicalmente un progetto definitivo che aveva superato la VIA ed era stato approvato dal Ministero (costi compresi)…
[3] oggi purtroppo coperta con una brutta rete in polietilene azzurro…
[4] da parte dell’impresa appaltante, var. ex art. 11 Cap Gen, nel frattempo infatti il c.d. Gruppo Ciuffini si era diviso in due: una parte del gruppo di Progettazione (ing. F.M. Ciuffini ed arch. A Simeone) svolgeva la D.L. mentre Naif srl manteneva il ruolo di consulente tecnico e progettista di Umbria Domani